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Giulio Noccesi – EMMAUS 19 marzo – 22 aprile 2022

Il giovane artista fiorentino classe ’96 presenta dei lavori che delineano la forte presenza culturale che ci circonda, attraverso un linguaggio poetico che include l’unione di tre visioni: una visione religiosa, una visione fantastica ed una autobiografica. Noccesi associa la sua ultima produzione ad Emmaus, villaggio biblico in cui Gesù venne riconosciuto dopo la resurrezione da due discepoli mentre compieva il semplice gesto di spezzare il pane; semplicità che ritroviamo sia nelle scene raffigurate, composte da oggetti che appartengono alla nostra quotidianità, sia nella stessa tecnica che principalmente utilizza, la grafite su carta.

L’artista parla di Sacro Domestico, di una cultura non gerarchica, uno spazio in cui gli oggetti liturgici diventano familiari e viceversa, per confondersi sullo stesso piano di rappresentazione; l’angelo, la croce e la madonnina sono elementi che convivono alla pari insieme ad oggetti come la caffettiera, il posacenere e la lampada.

“Annunciazione” 2021, grafite su carta applicata a masonite – 110 x 80 cm

“Ho una mia idea di religione, personalmente non credo in ciò che è sovrannaturale, ma mi interessa sicuramente a livello culturale e simbolico. […] Per me le scritture sacre sono come coscienze collettive che riassumono i valori di interi popoli e culture. Per questo motivo le religioni mi affascinano, penso che sia essenziale conoscerle, studiarle, rispettarle e rappresentarle.”

“La cena” 2021, grafite su carta applicata a masonite – 90 x 79,5 cm

“Nelle opere ci sono prevalentemente io come personaggio, dal mio aspetto fisico, dal taglio di capelli al modo di vestire, quasi come un avatar, rappresento ed idealizzo me stesso. Alcuni dei quadri riportano eventi della mia vita visti attraverso un filtro personale. Dietro queste scelte non c’è un pensiero logico, quando compongo un quadro cerco soprattutto di usare la mia sensibilità ed essere spontaneo. […] Tutte le opere sono un pò come dei figli, sento dell’apprensione nei loro confronti, ci vedo dentro quanto di buono e di fragile c’è in me.”

L’artista si dissocia dal culto della “serietà” che pervade il mondo moderno, non comprende il rifiuto di tutto ciò che è fragile, grottesco e sincero; è, infatti, estremamente affascinato da tutto quello che è storto, imperfetto e umano.

“Gli amanti” 2021, grafite su carta applicata a masonite – 110 x 77 cm

“Disegnare è come tenere un’anguilla in mano, un senso poetico che non puoi mai stringere e agguantare.”