Le opere esposte sono state realizzate tra il 1984 e il 2012. Benché coprano 30 anni di produzione e rappresentino diverse tappe della sua creazione, è possibile discernere un continuum, una dinamica permanente che scorre attraverso l’insieme delle opere di Vecchiarino. Le riflessioni fondanti dell’artista riguardano l’insieme delle cose che sono nell’infinito, sempre corrispondenti ad un unico punto proprio data la vastità dell’infinito inteso come spazio immenso.

Vincenzo ha consacrato gran parte della sua opera alla penna a sfera. Migliaia di disegni, principalmente astratti, indagano le forme e le dinamiche già presenti nei suoi dipinti a olio. I disegni hanno però una funzione privilegiata poiché registrano il momento in cui l’artista traduce il suo pensiero contemplativo sull’infinito in un’esperienza fisica, in un rapporto tangibile con l’incalcolabile. Alla base delle riflessioni e della produzione di Vecchiarino vi è l’idea di un disagio esistenziale, di una primordiale sofferenza: l’assurda condizione dell’Uomo, tanto piccolo in un a realtà così immensa, per l’appunto mortale in un universo eterno.
“La penna a sfera ha raggiunto distanze incalcolabili su un piano che giace a contatto con l’infinito. La sfera che ruota su un piano lo tocca con un punto e per decine d’anni ha rappresentato il mio contatto con l’infinito. In quell’unico punto giaceva scorrendo il mio io.” (VV. Taccuini)




L’artista produce una serie di dipinti iperrealisti astratti nel periodo tra il 1985 e il 1989, le cui microforme dinamiche creano una densità sempre più forte, confondendosi ora in punti, migliaia e migliaia di punti in battaglia le cui vibrazioni rendono l’effetto di una foresta montagnosa vista dallo spazio.
Senza titolo – “Terra verde” – olio su tavola, 57x93cm, 1987
Vincenzo si era prefissato di dipingere di tutte le cose visibili e invisibili, cercando di riconoscere e dare forma alle cose invisibili, nascoste, che sottintendono le apparenti realtà naturali. Questa ambizione si ricollega ad un percorso iniziatico antico, quello della filosofia alchemica e della sapienza ermetica che insegna a investigare le forme latenti delle cose per accedere alla Sapienza.

Inoltre, nel 1979, collabora con la rivista Playboy Italia, che commissiona a Vecchiarino 12 tavole originali per illustrare i 12 segni della rubrica Eroscopo dei numeri di gennaio e febbraio 1980.


“L’artista ha la capacità di parlare in diversi idiomi, ma il suo pensiero resta unico e la sua voce inconfondibile”. (VV. Taccuini)